Paglieta

I tedeschi entrano a Paglieta già nell’agosto del 1943, prima solo per un sopralluogo e poi in pianta stabile. Vi era alloggiato un distaccamento del Genio minatori che quotidianamente si recava al Sangro per minare i ponti. Se inizialmente i rapporti con gli abitanti del paese furono scarsi e tranquilli, anche grazie alla pronta soddisfazione delle richieste degli ufficiali, dopo l’armistizio i rapporti si inasprirono e le requisizioni aumentarono. I rastrellamenti di uomini da impiegare per le fortificazioni a nord del fiume aumentarono di giorno in giorno e gli uomini preferirono darsi alla macchia piuttosto che collaborare.

Molti si rifugiarono nel mulino di proprietà di Antonino Di Lallo, nella vallata del Sangro, che per le dimensioni dell’edificio e per la sua stessa vocazione, offrì riparo e cibo no a 50 persone. Lo stesso edificio fu poi abbandonato anche dallo stesso proprietario e adibito a diversi usi: deposito di armi per i tedeschi, ospedale per gli Alleati e in ne deposito per gli attrezzi quando, dopo la liberazione, si sarebbero iniziati a ricostruire i ponti per attraversare il fiume.

© IWM (NA 9796) Montgomery inaugura un ponte Bailey

La guerra intanto si avvicinava e un saggio di ciò che sarebbe successo si ebbe il 3 settembre 1943 quando ci fu la prima battaglia aerea sui cieli di Lanciano, Castel Frentano, Atessa e Paglieta. I bombardieri alleati e i caccia tedeschi si affrontarono, con l’abbattimento di almeno due aerei americani e di un caccia tedesco. Si registrarono 2 morti da ambo le parti e gli equipaggi americani furono consegnati ai comandanti tedeschi di stanza a Paglieta. Con l’approssimarsi delle truppe alleate alla zona del Sangro, la richiesta di manodopera da adibire alla fortificazione del territorio aumentò e furono incaricate al lavoro di rastrellamento le temute SS. Il 22 ottobre, si presentarono in paese ma gli uomini di Paglieta, prontamente avvisati da alcune vedette, fecero in tempo a dileguarsi nei campi circostanti. Questo evento fece rivedere la necessità di collaborare con i tedeschi, che minacciarono di minare le case e deportare parte della popolazione se non avessero ricevuto collaborazione. Il lavoro di posa delle mine nei pressi dei ponti sul Sangro e sul versante nord del fiume, proseguiva senza sosta. Gli aerei alleati si avvicinavano però, provenienti da Termoli, e più volte mitragliarono gli uomini, militari tedeschi o civili italiani che fossero, intenti a tale opera. Ricognizioni e bombardamenti alleati continuavano senza sosta nell’area frentana e oltre, spingendosi no a Pescara.

Alla ne di ottobre in ne giunse l’ordine di sfollamento anche per i paglietani. Alcuni preferirono rimanere nelle campagne circostanti, altri si diressero nei paesi limitrofi (Casalbordino, Torino di Sangro, Villa Alfonsina) dove i comuni non erano stati ancora liberati ma si sperava lo sarebbero stati presto. I primi giorni di novembre i tedeschi lasciarono Paglieta per ripiegare sull’altro versante del Sangro e anche le truppe che avevano com- battuto a Termoli e Vasto transitarono per il paese verso la stessa zona. Il fronte si stava spostando. Mentre gli alleati si avvicinavano, fra il 7 e 8 novembre furono fatti saltare in aria diversi ponti sul fiume. Nel pomeriggio del giorno successivo, l’8 novembre 1943, Paglieta fu liberata. Il colle di Paglieta, come quello di Torino di Sangro, fu prontamente occupato da truppe e mezzi alleati che da queste alture potevano ottimamente controllare le manovre dei tedeschi a Nord e attaccarli con l’artiglieria, che serviva anche per proteggere le manovre militari dei propri uomini che intanto ricostruivano i ponti sul Sangro (Ponti Bailey) e cercavano di costituire teste di ponte sull’opposto versante.

© IWM (C 3924) Foto aerea alleata nella zona del Sangro

Per alloggiare le truppe, i comandanti, gli uffici di comando e di controllo, furono requisiti moltissimi edifici e gli abitanti furono costretti nuovamente a cercare altre sistemazioni. Gli Alleati chiesero però subito la collaborazione dei paesani per opera di polizia, per svolgere mansioni ordinarie e come fornitori di beni di prima necessità. La presenza di molti ex emigrati negli USA, che quindi potevano fungere da interpreti e da diplomatici rappresentanti dei civili, fece sì che la popolazione fosse sufficientemente tutelata da eventuali soprusi. Gli Alleati rimasero a Paglieta a lungo, anche dopo che il fronte si spostò dall’Abruzzo. Vi era stato costituito infatti un grande campo per le truppe in riposo con alloggi, cucine e magazzini.

Alla fine del 1944 gli Alleati si spostarono definitivamente e la vita riprese, lentamente e con mille difficoltà.

  • Monumento ai Caduti

Nella piazza dedicata ai Martiri Lancianesi, si trova il monumento alla memoria dei caduti, sia militari che civili, di entrambi i conflitti mondiali.

Comune di Paglieta, Via Martelli e di Matteo, 10

Tel. 0872.80821

www.comune.paglieta.ch.it

 

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